Biografia

Giorgio Guaini nasce a Desenzano Del Garda. Dopo gli studi tecnici frequenta la scuola d’arte di Brescia e inizia una ricerca personale che lo vede spaziare dall’espressione figurativa alla ricerca geometrica sino all’informale materico.

Ha studiato all’A.A.B. sotto la guida di Bergomi e Gatti ed ha frequentato lo studio di Augusto Ghelfi.
La sua pittura iniziale ha tradotto sulla tela le immagini del lago d’Iseo, della Valle Camonica e dei suoi abitanti.
Scrive di lui Gianfranco Caffi “… alto e nervoso e stralunato quel tanto che si conviene al pittore Giorgio Guaini allinea le sue opere … paesaggi e figure, ambienti e pescatori sono i temi dedicati alla terra che da alcuni anni lo ospita.” E ancora “… in un impegno di ricerca che lo porta a guardarsi dentro per esprimere sui temi della fantasia il proprio ritmo interiore, il proprio temperamento ribelle …”.

Scrive di lui Gabriella Belotti “… paesaggista spontaneo Guaini esprime nelle sue opere la felicità dell’artista che vuole con i colori e i toni riprodurre le emozioni che la natura gli procura …”.

Fonda poi nel 1993 il gruppo artistico “Fornace” gruppo costituito dall’unione di persone dalle età ed esperienze le più diverse che ha il desiderio e l’intento comune di portare l’evento artistico in mezzo alla gente. Numerose sono le istallazioni che si susseguono in vari spazi pubblici e in differenti località in Italia dal 1993 al 1997.
[“Le gabbie dei ricordi” – “L’avvenimento” – “La cremazione della modernità” – “Lo spiazzamento” – “La bicicletta di Leonardo” attualmente all’Istituto per geometri Tartaglia di Brescia.]

Durante questo periodo Giorgio abbandona temporaneamente il suo lavoro individuale per dedicarsi con energia e passione al lavoro di gruppo.

Nel 1998 Giorgio Guaini lascia le brume dei laghi italiani per vivere nella luce abbagliante di Nizza a contatto con i quadri dei grandi maestri Matisse , Picasso …

Il trasferimento a Nizza è per Giorgio fonte di rinnovata energia inventiva e concettuale ; egli riprende il lavoro individuale e dà alle sue opere una nuova forza cromatica aderendo fedelmente alla ricerca modernista.
Queste opere chiamano ad un nuovo rapporto quadro-spettatore secondo il quale lo spettatore attivo, sopprimendo la distanza dal quadro, lo ricrea immergendo se stesso nel movimento cromatico.
A Nizza e nei dintorni e in altre città francesi le esposizioni si susseguono d’anno in anno con un rinnovarsi incessante di soggetti, materie e maniere segno di un dinamismo vitale e di una ricerca esigente. Resta comunque qualche costante che dà alle sue opere un segno particolare: la singolare luminosità dei colori.

“Sotto l’incantesimo del colore puro” come dice lo stesso Giorgio Guaini, “mi avvicino sempre più alla sua diretta espressione. Cerco di far vivere il colore attraverso le sue stesse vibrazioni nello spazio che esso stesso si crea”.

E in “Colore disturbato I” qualche strato stilizzato di linee divide due grandi spiagge diluite, come un prima e un dopo, come il cielo e la terra.

E ancora in “Fragments” Giorgio Guaini, ritornato dalla Sardegna con la visione delle piante di sughero scorticate, ci dà una pittura viva e vibrante dove gli strati di colore fluido si accumulano gli uni sugli altri. In seguito ci propone delle forme fluide come meduse in “Colore disturbato II” e il sogno di marine profonde, di porti lontani negli olii su carta “… ciò che racconta …”.

Nell’articolo comparso su “Nice matin” (2003) in occasione dell’esposizione “Fragments” si dice “… i Fragments di Giorgio Guaini suscitano una strana emozione come se si assistesse all’impotenza della morte di un albero, albero di vita e di speranza”.

E per la “Pirenees press” (2003) “… un pittore italiano ha illuminato la Maison Carrée di Nay.”
E per “Saint Paul press” (2005) a proposito dell’esposizione a UNISYS INTERNATIONAL MANAGEMENT CENTRE “… la pittura di Giorgio Guaini è sensuale, armoniosa, ritmata dalla diluizione dei colori che si stendono dolcemente sulla tela”.

Negli anni 2003-2005 Giorgio Guaini collabora con la poetessa marsigliese Jaqueline Assael, ne illustra le poesie che vengono pubblicate nella collezione “Encres Vives”. Questa proficua collaborazione ispira al pittore la serie di olii su carta “… ciò che racconta …” che verrà presentata all’Istituto di cultura di Marsiglia nel 2004 in occasione di una tavola rotonda sulla traduzione poetica e alla poetessa il poema “Gospel pour un peintre” che verrà pubblicato in doppia versione (francese e italiano) dalla casa editrice francese CLAPAS.

Giorgio Guaini dice di aver trovato l’evidenza della sua arte attraverso il piacere del lavoro a olio su carta ma ormai i tempi sono maturi per una nuova ricerca sia pittorica che esistenziale e in “Cartagine” (2006) e nella serie “La città dell’utopia” (2006) si abbandona ad una energica raffica di colori e forme risonanti e superfici poetiche. Un viaggio in Argentina con i caldi e sensuali colori del Sud America ispirano la serie “Patagonia” che verrà esposta in occasione della mostra “Forme di luce” (2006) insieme alla pittrice Serenella Sossi a Ventimiglia.

Dopo il rientro in Italia nel 2007 e i numerosi viaggi in Sud America e in Oriente Giorgio si dedica a una serie di acquarelli su carta dove esplora nuovi percorsi creativi influenzato dalla precisione del segno e dalla bellezza del colore.

In “Non più andrai farfallone amoroso …” (2008) sentimento, nostalgia, ironia, follia, grottesco si allineano nei suoi quadri come dice l’amico Riccardo Fontanesi giochi , capricci di un autore che dopo varie esperienze astratte ama in età matura , sorridere compiaciuto e quasi tornare bambino …

Negli acquarelli su carta “Our mutual friends” (2009) Giorgio Guaini ci dice che la sua pittura è legata al suo rapporto con gli artisti del passato (gli amici comuni) poiché nessun artista contiene un significato da solo e solo l’apporto di molteplici riferimenti o citazioni alle opere dei grandi gli permette di ottenere risultati personali.

Ma la sua pittura è qualcosa di vivo in una continua sperimentazione e nel 2009 ritornano in Landscape gli strati di colore fluido che si accumulano l’uno sull’altro fino a prendere una forma definitiva. In occasione della mostra all’Istituto di cultura Italiano a Nizza scrive di lui il prof. Jean-Charles Llinares : il pittore cerca l’incontro sensuale del cielo e del mare, straniero abbraccio da cui nasce istantaneamente la luce: Giorgio ne ha trovato il segreto e questa luce ci incanta.

Inizia poi una collaborazione con la moglie Anna come si può vedere nella serie di opere Work in Progress del 2012-2013. Giorgio utilizza tessuti vecchi ed usati portatori di storie felici o dolorose, tessuti che nella realizzazione artistica trovano una nuova vita. I tratti e i contorni delle figure sono fatti con il filo simbolo del lavoro quotidiano solerte e silenzioso.

La collaborazione prosegue nel 2014 in Mise en Abîme dove Giorgio e Anna usando la tecnologia digitale creano opere controverse che rendono indistinto il limite tra arte e stampa. Ciò che guida l’artista, una volta rispettato il tema toccante della realtà, è la necessità di una messa in scena che rispetti quattro imperativi: deve essere estetica, disturbante, misteriosa, liberamente interpretabile.

Come scrive la poetessa francese Jaqueline Assael: “attraverso le sue opere Giorgio Guaini esprime ed esplora generosamente tutta un’esperienza di vita”.

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